sábado, 18 de junio de 2011

La penetrazione delle mafie in Spagna: come combatterla

Intervento all'incontro sulla cooperazione Internazionale contro le mafie.

Permettemi di fare una piccola introduzione sull’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia prima di affrontare l’argomento della serata.

Molti di voi si diranno “se questo è un partigiano, io sono Padre Pio”.
In effetti anche se dimostro meno anni di quelli che ho non ho fatto la Resistenza, e ovviamente non ero nemmeno nato a quei tempi.

Il fatto è che l’Anpi qualche anno fa decise di aprire le iscrizioni a tutti quelli che condividevano il suo statuto.

Ovviamente la scelta è stata presa anche per evitare l’estinzione naturale dell’Associazione.
L’apertura dell’adesione all’Anpi ha determinato uno tsunami di tessere.

Siamo ormai circa 130.000, siamo presenti in tutte le province italiane e all’estero siamo in Repubblica Ceca, Belgio, Inghilterra, Germania, Francia e ora in Spagna.

I nostri compiti fondamentali sono l’antifascismo, la difesa della Costituzione e della Democrazia.

Anche se la Resistenza è in larga parte opera dei comunisti, vorrei ricordare che hanno partecipato alla guerra di liberazione tutti i partiti di allora eccetto, ovviamente, il partito fascista; dai repubblicani ai socialisti, dai cattolici ai monarchici.

Interveniamo su molte questioni della vita política e sociale italiana. Per esempio recentemente abbiamo chiesto come molti le dimissioni di Berlusconi, ma ci tengo a dire che la nostra richiesta si basa sul fatto che la sua condotta infrange un articolo della costituzione che ci è molto caro, precisamente quello che riguarda la dignità delle Cariche Istituzionali.

Abbiamo preso posizione ed aiutato i comitati per i si ai referéndum perchè crediamo che la legge debba essere uguale per tutti e perchè il popolo italiano si era già espresso a suo tempo contro il nucleare. 

Stiamo combattendo con tutte le nostre forze contro il revisionismo storico del volemose bene che vuole equiparare i repubblichini fascisti, marionette manovrate dall’ occupante nazista, con i partigiani protagonisti della guerra di liberazione e sottolineo di liberazione, non civile.
L’ultimo assalto alla Costituzione è  la recente richiesta di un deputato del PDL di revisione della disposizione transitoria  della stessa carta costituzionale che vieta la riorganizzazione del partito fascista.

Qui, invece fra pochi giorni lanceremo ufficialmente la sezione Spagnola dell’ANPI. Abbiamo già svolto alcune iniziative insieme all’Associazione A Madrid Si Muove Un’ Altra Italia. Siamo in contatto con l’Associacion Amigos de las Brigadas Internacionales per quanto riguarda la memoria storica
Con il nome di ANPI SPAGNA potete trovarci nel nostro Blog, su Twitter e su Facebook  e fra poco avremo una sede física di riferimento.

Ma se siamo qui presenti è perchè fra i tanti temi che l’Anpi affronta c’è anche quello delle mafie.
Le cosche rappresentano una forma di tirannia perchè privano il cittadino dei suoi diritti fondamentali come quello della libertà di impresa, del diritto al lavoro e della libertà di espressione e a proposito di libertà di espressione, Elisabeth è  qui a rappresentare la Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.

Molte  delle risorse umane  sono costrette ad emigrare viste le oggettive difficoltà a vivere e prosperare nelle zone infestate dal fenomeno mafioso.
Le istituzioni tendono ad essere asservite agli interessi delle cosche ma, addirittura, come ben sapete,  succede che le cariche istituzionali  stesse appartengano alle varie mafie

Tutto ciò rende vitale l’impegno di tutte le forze democratiche affinchè se ne eviti la ramificazione  combattendola con l’arma della giustizia ma soprattutto con la cooperazione, l’informazione e l’educazione a tutti i livelli.

Il  movimento dei Fasci Siciliani nel 1891, quando i contadini si organizzarono contro i latifondisti, esplicitò chiaramente il conflitto mafia-lavoratori.
Anche se all’inizio alcuni piccoli mafiosi si schierarono dalla parte dei contadini sfruttati, successivamente la Mafia contribuí in maniera determinante alla repressione violenta della ribellione.
I contadini siciliani che venivano chiamati jurnatara perchè lavoravano dall’alba al tramonto, avevano diritto solo a un quarto del raccolto al netto delle varie tasse, chiamate diritti, come quello di messa per il prete, il diritto all’olio per la candela e il famigerato diritto di maccherone che riguardava la protezione del contadino.

Questo tributo-estorsione è infatti l’origine della parola pizzo che viene appunto  da “fari vagnari ‘u pizzu” cioè bagnarsi il becco nel piatto altrui.
È chiaro da subito quindi che la mafia si schiera contro il progresso civile e l’emancipazione dei lavoratori.

Fra i tanti che pagarono con la vita la loro battaglia a favore del movimento contadino e per l’occupazione delle terre vorrei ricordare Placido Rizzotto che fu assassinato dalla mafia  nel marzo del 1948 a Corleone.

Dopo l’8 settembre Placido si unì alle Brigate Garibaldi e dopo la liberazione tornato a Corleone divenne presidente dell’ANPI e ritenuto colpevole di organizzare i contadini attraverso la camera del lavoro e la Cgil fu ucciso dal clan di Luciano Liggio.

Oggi la cooperativa Libera Terra produce un vino con il nome del partigiano vittima di cosa nostra, le uve provengono da vigne confiscate alla mafia ed è stato anche girato un film sulla sua storia

La scelta dei partigiani fu una scelta volontaria, al contrario della leva obbligatoria.

Chi scelse coscientemente di mettere in gioco la propia vita lo fece con la stessa determinazione di chi decide di fare il giudice in zone dove il fenomeno mafioso si esprime al peggio.
I giudici che combattono le cosche incarnano gli stessi ideali e la stessa determinazione dei partigiani.

C’è un passo nell’agenda di Borsellino che rende chiara la coscienza del mettere in gioco la propia vita come fecero i volontari che parteciparono alla guerra di liberazione.

Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.”

A propósito di coscienza del rischio voglio anche citare uno dei padri della nostra Costituzione, il partigiano Piero Calamandrei in una delle sue frasi più celebri pronunciata durante un discorso al teatro lirico di Milano . Oggi potrebbe apparire un po`  retorica ma vi prego di calarvi nell’atmosfera del tempo.  
“Quando io considero questo misterioso e miracoloso moto di popolo, questo volontario accorrere di gente umile, fino a quel giorno inerme e pacifica, che in una improvvisa illuminazione sentì che era giunto il momento di darsi alla macchia, di prendere il fucile, di ritrovarsi in montagna per combattere contro il terrore….” e poi conclude:  “era giunta l'ora di resistere; era giunta l'ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini”

La Mafia in Spagna va combattuta con l’arma della cooperazione internazionale perchè questa è la dimensione sulla quale si misurano le cosche.
Ovviamente la repressione del fenomeno mafioso è fondamentale per lo sviluppo del benessere dei cittadini. Ma l’aspetto giudiziario non può essere separato dalla denuncia , dall’informazione e dall’educazione. 

Questo è il nostro compito. Qui noi abbiamo il nostro da fare.

Dobbiamo per esempio smantellare l’idea romantica del mafioso che tanti film hanno veicolato o la credenza secondo la quale i mafiosi si fanno i loro affari e non ci riguardano. E`dovere di tutti e di ognuno denunciare i fenomeni mafiosi per permettere il naturale sviluppo della società civile.

Concludo citando ancora Borsellino che già molti anni fa aveva inquadrato la via da percorrere per battere le mafie.

 «La lotta alla mafia diceva nel discorso ai cittadini siciliani  (primo problema da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità. »
Marco Cristofori, Anpi Spagna
foto Lucio Colavero

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